giovedì 30 maggio 2013

Spatzle di spinaci alla ricotta


Gli spinaci sono un alimento ricco di sostanze benefiche per l’organismo, come la vitamina C, dal forte potere antiossidante, e l’acido folico (che però è molto labile alla luce e al calore, quindi sarebbe meglio consumarli crudi o dopo breve cottura, evitando anche una lunga conservazione) fondamentale per la sintesi di globuli rossi e aminoacidi, oltre che per il rinnovamento cellulare.
Sono ricchi di ferro, ma l’acido ossalico ne limita la biodisponibilità, anche se, aggiungendo qualche goccia di limone, è possibile aumentare l’assorbimento di questo minerale.

La presenza di carotenoidi, luteina e clorofilla (sostanze antiossidanti),  li rendono particolarmente preziosi per la salute degli occhi e per chi soffre di patologie coronariche e aterosclerosi.

Gli spatzle sono i tipici gnocchetti verdi tirolesi che di solito vengono accompagnati da speck e quintali di burro; questa ricetta è una versione più leggera e fresca, adatta anche alla primavera, che prevede la ricotta come condimento, in modo da non eccedere in grassi saturi e colesterolo, ma senza rinunciare al gusto.

Ingredienti (per 4 persone)


500 g di spinaci freschi
215 g di farina tipo “0”
90 ml di acqua
1 uovo bio                 
¼ di cucchiaino di sale
250 g di ricotta vaccina (non troppo cremosa)
Pepe nero macinato q.b.


Procedimento

Per prima cosa cuocete gli spinaci a vapore per 10 minuti, poi lasciateli raffreddare, strizzateli e passateli nel mixer (o con il minipimer) per ridurli in poltiglia.  Mescolate la farina con l’uovo, aggiungete poi gli spinaci triturati e l’acqua a filo, sempre mescolando, fino a che il composto assumerà una consistenza “collosa”. Aggiungete quindi il sale. Lasciate a riposare per una ventina di minuti; nel frattempo mettete a bollire una pentola di abbondante acqua salata.
In una padella antiaderente (spenta!) mettete la ricotta, dopo che l’avrete sminuzzata con una forchetta.

Una volta che l’acqua bolle, prendete un passaverdure con i fori un po’ grossi e versateci il composto a cucchiaiate (poche per volta), posizionandolo sopra alla pentola in modo che gli spatzle cadano nell’acqua bollente; potete aiutarvi con un cucchiaio per far uscire l’impasto dai buchi del passaverdure.
Aspettate che gli gnocchetti vengano a galla, raccoglieteli con una schiumarola e poi versateli nella pentola in cui avete messo la ricotta. Procedete in questo modo fino ad esaurimento del composto. Mettete quindi la padella sul fuoco e fate saltare per qualche minuto, aggiustando di pepe a vostro piacere.



martedì 21 maggio 2013

Yogurt fatto in casa

Ebbene sì, potete tranquillamente fare lo yogurt a casa, senza bisogno di yogurtiera o strumenti particolari. Tutto quello che vi serve è un imbuto, un thermos da 1 litro e un vasetto di yogurt da utilizzare come starter batterico (oltre a pentola e posate che di sicuro avrete nella vostra cucina).
Io di solito lo faccio bianco magro, quindi uso sia yogurt, sia latte scremato, ma potete optare per un latte e uno yogurt interi, se preferite.

Lo yogurt è un alimento latto-fermentato, cioè deriva dalla fermentazione del latte ad opera di microrganismi acidificanti specifici, quali Streptococcus Thermophilus e Lactobacillus Bulgaricus, che vengono inoculati, in fase di produzione,alla temperatura di 38-40°C, e che devono essere presenti nel prodotto finito in quantità di almeno 10.000.000  microrganismi/g. Perciò, affinché i batteri si mantengano vivi e vitali, il prodotto deve essere mantenuto costantemente ad una temperatura compresa tra 0-4°C (cosa che sarà più facile se produrrete il vostro yogurt a casa).
Gli innumerevoli benefici del consumo di questo alimento sono:
  •  l'idrolisi del lattosio, che avviene naturalmente in fase di fermentazione, e che rende quindi lo yogurt molto più digeribile del latte anche per gli intolleranti al lattosio;
  • la colonizzazione dell'intestino, con l'eventuale ripristino di adeguati livelli di flora batterica intestinale e l'inserimento di ceppi ben caratterizzati;
  • la possibile azione anti-diarrea, con una riduzione dei tempi di recupero;
  • la stimolazione del sistema immunitario, e l'azione di inibizione di alcuni patogeni (salmonella, stafilococco, botulino);
  • la probabile, anche se ancora discussa, riduzione dei tassi ematici di colesterolo;
  • forse una diminuzione del rischio di tumori del colon-retto, legata ad una riduzione del livello di enzimi fecali capaci di promuovere lo sviluppo tumorale.
In base alla tecnica di produzione utilizzata potete trovare in commercio due tipologie di yogurt, quello a coagulo rotto e quello a coagulo compatto.
Nel secondo i fermenti vengono inoculati e la fermentazione avviene dopo il confezionamento, dando come risultato la precipitazione del coagulo, e la presenza di siero in superficie. Nello yogurt a coagulo rotto, invece, questa separazione non è presente, perchè in seguito alla fermentazione, viene operata una rottura del coagulo, con conseguente lavorazione, al fine di rendere il prodotto il più possibile omogeneo e cremoso, e solo allora lo yogurt verrà poi confezionato.


Ingredienti
1 litro di latte (io ne uso uno uht scremato)
1 vasetto di yogurt bianco (magro)

Strumenti
Una pentola capiente (deve contenere 1 litro di latte)
Un cucchiaio
Thermos da 1 litro (o meglio ancora 1,5 l)
Imbuto
Colino (se sarà necessario)
Termometro per alimenti (opzionale; io non lo uso perchè non ce l'ho)

Procedimento

Versate il latte nella pentola e fatelo scaldare a fiamma medio-bassa, spegnendo il fuoco prima che raggiunga il bollore, a meno che non decidiate di utilizzare latte crudo, (se avete il termometro potete spegnerlo quando raggiungerà i 40-42 °C circa).
Ora aspettate che il latte si raffreddi a 37-38 °C; se avete il termometro basterà guardare la temperatura, se non l'avete dovrete fare un po' di tentativi, immergendo un dito nel latte, fino a quando potrete tranquillamente tenerlo immerso per 5 secondi senza sentire che scotta (perchè vorrà dire che ha raggiunto la stessa temperatura del corpo umano, e cioè proprio 37°C), occhio però che non diventi nemmeno troppo freddo: fate la prova-dito molto frequentemente quando sentite che la temperatura è quasi giusta.
A questo punto versate il vasetto di yogurt (125 g) nel latte e mescolate bene con un cucchiaio, poi ,aiutandovi con un imbuto, versate il tutto in un thermos, chiudetelo e lasciate riposare per un tempo che vada dalle 6 alle 12 ore (io mi trovo bene con le 12).
Una volta passato questo tempo, travasate il contenuto del thermos in una bottiglia (potete usare anche il tetrapack del latte, a patto che abbia il tappo per richiuderlo, opportunamente risciacquato e asciugato) e mettete in frigorifero per almeno 24 ore.
Ora il vostro yogurt è pronto per essere gustato.

Non spaventatevi se quando aprite il thermos e lo svuotate, vedete che c'è una separazione netta tra siero (la parte liquida, trasparente) e il coagulo (che assomiglia un po' alla ricotta), o se lo yogurt presenta molti grumi; sarà, infatti, sufficiente setacciarlo con l'aiuto di un colino per ottenere uno yogurt bello cremoso come quello che si acquista al supermercato. In seguito potete utilizzare un bicchierino del vostro yogurt come starter iniziale.

Una volta pronto, potete gustare lo yogurt al naturale, magari con l'aggiunta di muesli, frutta fresca e/o secca, semi oleosi, oppure potete dolcificarlo con miele o aggiungere qualche cucchiaino di confettura di frutta (meglio se di quelle prodotte con solo zuccheri della frutta) per ottenere uno yogurt alla frutta.

Frittelle di fiori di robinia

Come promesso, ecco che arrivano le frittelle di fiori di robinia.

Ingredienti (per circa 20 frittelle)

180 g di fiori di robinia privati dei gambi
1 uovo bio
3 cucchiai di farina
latte q.b.
olio e.v.o.
sale (serve per esaltare il sapore dolce dei fiori)

Procedimento



Preparate una pastella sbattendo l’uovo, la farina, un pizzico di sale e il latte, aggiunto poco a poco per dare la giusta consistenza alla pastella, che non dovrà essere troppo liquida (al massimo aggiungete un altro cucchiaio di farina). Fate attenzione a non lasciare grumi.
Scaldate l’olio in una padella. Versate quindi i fiori nella pastella e mescolateli bene, poi prendete delle cucchiaiate di composto e versatele nell’olio per friggerle. Aspettate qualche minuto, affinchè le frittelle diventino dorate da un lato, poi giratele per farle dorare anche dall’altro. Man mano che saranno pronte adagiatele su abbondante carta assorbente per togliere un po’ di olio in eccesso. Gustatele calde appena fatte.




Risotto con.... il luppolo!

Sì avete capito bene, questo risotto viene preparato proprio con il luppolo (per intenderci, lo stesso le cui infiorescenze femminili sono utilizzate per conferire amaro e aroma alla birra), o meglio, con i germogli del luppolo selvatico (humulus lupulus). Vengono anche detti “bruscandoli” nel Veneto, o “asparagina” in Lombardia, e infatti ricordano nella forma gli asparagi, tanto che spesso sono erroneamente chiamati  asparagi selvatici.

Il luppolo (Humulus lupulus, L. 1753) è una pianta a fiore (Angiosperma) appartenente, come la canapa (Cannabis Sp.), alla famiglia delle Cannabaceae; ordine delle Urticali. È una pianta perenne, con rizoma ramificato dal quale si estendono esili fusti rampicanti che possono raggiungere i 7 metri d'altezza.  Le foglie sono cuoriformi, picciolate, opposte, munite di 3-5 lobi seghettati, la cui parte superiore si presenta ruvida al tatto, mentre quella inferiore è invece resinosa.
I germogli del luppolo sono ipocalorici e hanno proprietà tonificanti, rinfrescanti, diuretiche e lassative. Sono considerati anche purificatori del sangue, stimolanti delle funzioni epatiche e sedativi. Combattono la cellulite, purché cucinati con pochi grassi.
Si possono trovare in primavera, tra marzo e maggio, e, una volta raccolti, vanno utilizzati il prima possibile per poterne apprezzare appieno il sapore, che è veramente molto particolare.

E fu così che, in una piovosa domenica in montagna, decidemmo di “andar per bruscandoi” (come direbbero i miei nonni veneti). E una volta tornati a casa? Risotto!

Ingredienti (per 4 persone)

240 g di riso integrale Vignola biologico
200 g di bruscandoli
100 g di caprino fresco
Acqua per il brodo
2 carote
2-3 gambi di sedano
1-2 scalogni (o cipolla)
Olio e.v.o.
Sale grosso integrale

Procedimento
In una pentola versate un po’ d’olio e un po’ di scalogno tritato, che servirà per il soffritto. Preparate il brodo vegetale mettendo a bollire una pentola d’acqua con le carote, il sedano e lo scalogno restante, aggiungete poi un cucchiaio di sale grosso integrale. Una volta pronto il brodo, accendete il fuoco sotto l’altra pentola e fate soffriggere lo scalogno, poi versate il riso e fatelo tostare per qualche minuto, mescolando con un cucchiaio di legno. Cominciate quindi a versare il brodo, poco alla volta per far cuocere il riso (che, essendo integrale, dovrà andare per almeno 20-25 minuti) e continuate a mescolare. A 10 minuti dalla fine buttate i bruscandoli, lavati e tagliati (dovrete usare solo le punte, per una lunghezza massima di 6-7 cm) e mescolate fino a che il riso sarà cotto. Spegnete quindi il riso e mantecatelo con il caprino fresco. Servite ben caldo.


sabato 18 maggio 2013

Muffin con miele e fiori di robinia (acacia)

Secondo esperimento con i fiori, questa volta di Robinia (ottimi anche per le frittelle, prossimamente su questi schermi), sempre raccolti nei boschi vicino casa; li ho combinati con il miele (anch’esso di robinia) comprato presso un apicoltore locale. Vi assicuro che i fiori donano a questi muffin un tocco dolce e profumato che vi conquisterà, provare per credere!


Ingredienti (per circa 12 muffin)
200 g di farina integrale di fumento
50 g di farina di fumento tipo “0”
200 ml di latte scremato
2 uova biologiche
100 g di zucchero di canna Demerara
4-5 cucchiai di miele di acacia
50 g di fiori di robinia
½ bustina di lievito per dolci
La scorza di un limone non trattato


Procedimento
Setacciare le farine con il lievito. Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve questi ultimi.
Sbattere i tuorli con lo zucchero e il miele, fino a che non assumano una consistenza spumosa, poi aggiungerli alle farine. Aggiungere anche il latte e mescolare il tutto. Unire quindi i fiori privati dei gambi (ma lasciate il calice, quella parte verde che contiene la base del fiore, altrimenti i fiori si disferanno).
Unire gli albumi per ultimi e mescolare delicatamente il composto dal basso verso l’alto.
Versare nei pirottini, riempendoli per ¾ e infornare a 180°C per 30-35 minuti circa.

venerdì 17 maggio 2013

Muffin alle fragole e fiori di sambuco


Chiamandosi il blog “una fragola ai fornelli”,  come potevo inaugurarlo se non con una ricetta con le fragole? Come avrete capito, questo blog contiene ricette preparate con prodotti di stagione, prediligendo il biologico e a km 0; perciò ho deciso di associare questi deliziosi frutti, caratteristici del mese di maggio e della primavera, con i fiori di sambuco, raccolti in un bosco vicino casa (più km 0 di così!).

Non dimentichiamo che, oltre ad essere  una vera e propria bontà, le fragole sono anche un’incredibile fonte di sostanze benefiche per l’organismo.
Sono ricchissime di antiossidanti, che contrastano l’azione dei radicali liberi, responsabili dei principali meccanismi di danno cellulare, gli stessi che possono favorire l’insorgenza di tumori. In particolare sono un’importante fonte di acido elleagico, un tannino con proprietà antiangiogeniche e che stimola l’espulsione di sostanze tossiche dal nostro organismo.
Hanno un contenuto di vitamina C perfino maggiore degli agrumi; basti pensare che 8 fragole, di media grandezza, sono sufficienti  a coprire il 160% del fabbisogno giornaliero di questa vitamina, grazie alla quale viene favorito anche l’assorbimento intestinale del ferro.
Sono battericide e antivirali, e in grado di rinforzare i meccanismi di autodifesa dell’organismo, motivo per cui sono particolarmente indicate nelle malattie da raffreddamento.
Contengono, inoltre, pectina, una fibra solubile che nell’intestino lega acqua, formando una massa gelatinosa in grado di ritardare l’assorbimento dei carboidrati, controllando così la glicemia. La pectina svolge anche un’ azione di regolazione del colesterolo, con due meccanismi: 1) inibisce il riassorbimento di acidi biliari, che rimangono intrappolati nella massa gelatinosa, in modo che l’organismo debba utilizzare colesterolo per sintetizzarne ex-novo, abbassando così i livelli di colesterolo LDL nel sangue; 2)viene fermentata dalla flora batterica intestinale con produzione di acidi grassi a corta catena (propionico, butirrico), anch’essi in grado di diminuire il colesterolo LDL, quello “cattivo”. Questa fibra solubile gioca un ruolo importante anche nella regolazione delle funzioni intestinali.
Essendo costituite al 90% da acqua, sono depurative e rinfrescanti, e apportano poche calorie (solo 32 kcal/ 100 g!) ed è quindi bene farne vere e proprie scorpacciate, a patto però che siano di stagione, quando cioè esprimono al meglio tutte le loro virtù.

I fiori di sambuco (spesso impiegati sotto forma di tisana) sono indicati nel trattamento di patologie legate all’apparato circolatorio, come raffreddore, tosse, asma;  mentre il loro contenuto in flavoni (degli antiossidanti) produce benefici  alle vene e all’apparato circolatorio in generale.

Ma passiamo ora alla ricetta:

Ingredienti (per circa 14 muffin)

200 g di farina di frumento integrale
50 g di farina di frumento tipo “0”
250 g di yogurt bianco magro (nel mio caso homemade)
180 g di fragole mature
160 g di zucchero di canna Demerara
2 uova biologiche
½ bustina di lievito vanigliato
6 fiori di sambuco (50 g circa)

Procedimento

Setacciare le farine con il lievito. Dividere i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve. Sbattere i tuorli con lo zucchero fino a che raggiungano un aspetto spumoso. Unire i tuorli così lavorati e lo yogurt alle farine, mescolando il tutto. Aggiungere quindi le fragole tagliate a pezzetti e i fiori di sambuco, privati dei gambi verdi, e mescolare. Infine incorporare gli albumi montati a neve, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto, per non smontare il composto.
Versare nei pirottini, riempendoli per ¾, e infornare in forno già caldo a 180°C, per 40 minuti circa*.

*Piccola nota: il mio forno non scalda molto, quindi potrebbe essere sufficiente anche un tempo minore; teneteli d'occhio durante la cottura, procedendo con la prova stecchino se necessario.